Viaggiare in autobus è come intraprendere un percorso di pensiero. Osservo la città e ne cerco gli elementi costanti, gli strati, le strutture.
La città è fatta come per sovrapposizione di fogli lucidi su una lavagna luminosa. I disegni dei fogli successivi nascondono parti più o meno grandi di quelli precedenti. Così concezioni diverse – urbanistiche, economiche, culturali, religiose, sociali – della città si sovrappongono a quelle precedenti ridisegnandole, risemantizzadole, ricombinandole. Procedendo, i segni dei fogli in basso si opacizzano e diventano meno leggibili e meno facile diventa capirne il senso o gli scopi. Fino a diventare tratti di penna puramente ornamentali.
Molti segni, nel corso della sovrapposizione (o sedimentazione), cambiano scopo e significato, pure più volte.
Pare che anche la fauna urbana funzioni così. Strati diversi – per culture, ricchezze, ideologia, età – si trovano insieme come dei sistemi diversi raggruppati nello stesso insieme.
Spesso mutano, si intersecano, si scompongono e si ricompongono in nuovi sistemi. Nuclei culturali, ideologici, … si combinano insieme tra le maglie di una rete.