Jacques Prévert Les enfants qui s’aiment Jacques Prévert nasce a Neuilly-sur-Seine, vicino Parigi, nel 1900. Appassionato di lettura e teatro sin dall’adolescenza, nel 1926 aderisce al movimento artistico e letterario del Surrealismo, che valorizzava il sogno e l’inconscio come aspetti fondamentali della produzione artistica. Intorno al 1930 intraprende l’attività teatrale,
Le pagine che seguono sono tratte dalla parte finale del romanzo “I fratelli Ashkenazi” di Israel J. Singer, autore ebreo-polacco vissuto tra il 1893 e il 1944. Si tratta di un capitolo dedicato al pogrom di Leopoli del Novembre 1918 a opera di legionari polacchi e civili ucraini. Siamo alla fine della prima guerra mondiale, la Germania è stata sconfitta, l’impero russo si è sfaldato e la Polonia può finalmente affermarsi come nazione. Per questo motivo contende all’Ucraina alcuni territori.
Dall’autodeterminazione dei popoli alla violenza ultranazionalista, tuttavia, il passo è breve, e gli ebrei, spesso vissuti come un corpo estraneo insidiato nel corpo nazionale, sono i primi a farne le spese, soprattutto quando si cerca un capro espiatorio oppure si vuole sfogare violenza repressa. È così che dalla passione nazionalistica si passa alla carneficina antisemita.
Le formazioni cattoliche partigiane nate a Brescia dimostrano come la Resistenza sia stata di tutti gli italiani.
Il conte di montecristo di Dumas corretto e restaurato in una nuova traduzione della Einaudi.
Un perfetto romanzo dell’angoscia portato sul grande schermo da Clouzot ma che anche Alfred Hitchcock avrebbe voluto poter girare.
Tullio De Mauro indaga l’evoluzione dell’italiano dal dopoguerra a oggi. Una lingua comune attraversata dalle sue varianti regionali. Ma che pochi padroneggiano.
Un testo di economia divenuto best seller letterario. Anche grazie alla capacità narrativa del suo autore, Thomas Piketty.
Il ruolo della narrazione nell’evoluzione dell’uomo. Per Gottschall la finzione costruisce significati e visioni del mondo e le religioni ne rappresentano la massima espressione
L’ormai 64enne Salvo Montalbano non è più quello di una volta. I colpi cominciano a mancare e – diciamo pure – si sta rimbambendo alquanto. D’altra parte, è dal 1994 che riempie romanzi e racconti e che affianca la letteratura storica e politica di Camilleri. E poi, riconosciamolo, quando il