Da un’analisi linguistica delle espressioni ricorrenti negli annunci di lavoro e nelle descrizioni che le aziende forniscono a proposito della mission e in merito alla ricerca di nuovo personale «da far entrare nel team», si scopre come, oltre a esserci poco materiale per lo più standardizzato, si oscilla sempre tra campi semantici ben precisi e riconoscibili, legati al movimento, alla crescita, al coraggio, all’affidabilità, all’immaginazione.
Innanzitutto, il soggetto richiesto non è mai una persona ma una risorsa con un profilo ben preciso, desiderosa di «crescere sia professionalmente che umanamente» e di «mettersi in gioco», oltre che di «guardare avanti». Dai tratti caratteriali ben definiti: dinamico, positivo, flessibile, tenace, motivato, creativo, autonomo, curioso, preciso, riservato. Nelle attitudini che, se non caratteriali, devono almeno essere già state sviluppate: quelle al problem solving, a gestire lo stress, al team work, al raggiungimento degli obiettivi, alle relazioni, all’organizzazione, all’interazione, all’apprendimento, a gestire più attività contemporaneamente.
A completare il profilo, poi, non possono mancare certo la conoscenza dell’inglese e di una seconda lingua straniera o la disponibilità a tutti gli orari.
I campi semantici, insomma, stanno prevalentemente nelle metafore legate al movimento (dinamicità, flessibilità, raggiungimento, interazione, …), che si esprime anche nelle caratteristiche personali che devono portare alla crescita oppure nelle espressioni che l’azienda usa per parlare di se stessa («innovazione è non fermarsi mai»; «sempre un passo avanti degli altri»; «chi è capace di guardare avanti»; …). Altro campo è quello dell’affidabilità (curioso, autonomo, preciso, riservato, in grado di gestire lo stress e l’emotività, organizzato, votato all’apprendimento, …). Si incontrano poi espressioni legate, forse in maniera curiosa, al coraggio e all’abnegazione (tenacia, curiosità, disponibilità, motivazione, positività, raggiungimento degli obiettivi, attitudine al problem solving, intraprendenza, voglia di mettersi in gioco, credere nel progetto …). Ultimo, ma non meno rilevante, è il campo semantico dell’immaginazione (creatività, problem solving, capacità di guardare avanti, progettualità, innovazione, positività, …).
L’analisi linguistica, per concludere, illumina sull’immaginario delle aziende nel quale sta anche il sistema dei lavoratori. Un immaginario molto preciso e riconoscibile, oltre che ideologico: si tratta, infatti, di una visione ben precisa dell’umanità la cui bussola dovrebbe ruotare tra crescita e merito; o meglio, tra precise concezioni della crescita e del merito.